In un percorso di Self Empowerment è possibile sviluppare il senso di protagonismo di una persona, inducendo così la percezione di una più ampia possibilità di scelta, di un maggiore utilizzo delle proprie risorse interne e quindi la costruzione di nuove opportunità.
Il percorso di Self Empowerment: la scoperta di un gusto nuovo
In First Taste assistiamo alla piena espressione di un percorso di self empowerment, cioè la scoperta di un “gusto nuovo”, di qualcosa che intuiamo, in qualche modo speriamo, ma che non abbiamo ancora avuto il coraggio o la fiducia di esplorare davvero. In questo i bambini sono meravigliosi, perché percorrono ogni passo con immediatezza, senza pregiudizi o preoccupazioni, vivendo il proprio sentire: ci mettono di fronte alla sequenza di reazioni che ciascuno di noi, nella sua vita, incontra quando si trova a sperimentare qualcosa di nuovo:
- curiosità
- attesa
- percezione
- disgusto
- disorientamento
- dubbio
- piacevolezza
- eccitazione
- scoperta
Ogni passo è rispecchiato nel volto di questi piccoli ed è in tutto e per tutto simile a quello che fai tu nel momento in cui provi qualcosa di nuovo. Questi passi sono per certi versi inevitabili: devi attraversarli per scoprirTI. Tutti noi li abbiamo percorsi e quando siamo andati fino in fondo ci siamo sentiti potenti e “pieni”. Allo stesso modo, conosciamo bene l’esperienza di non essere riusciti ed esserci raccontati che quella cosa non era poi così importante, come la famosa volpe fece con l’uva.
Darsi delle possibilità significa saper scegliere
Alcune possibilità saranno per te poco rilevanti, e allora rimandare sarà indolore. Altre sono invece cruciali, e allora il gioco della volpe con l’uva sarà alla lunga asfissiante. Aprirsi una possibilità, infatti, è un percorso di self empowerment e trasformazione non solo esteriore (scegliere un lavoro nuovo, decidere di sposarsi o separarsi, candidarsi per una posizione, proporsi per condurre un team o presentare un progetto…) ma prima di tutto interiore (scegliere di agire con forza o leggerezza, di alzare la voce o tacere, di riflettere o lanciarsi, di esprimere le proprie emozioni o controllarle).
Nella quotidianità succede spesso che il concetto di “salto di qualità” venga riferito solo al primo livello, quello concreto. L’approccio del self-empowerment concepisce questi come obiettivi personali, interessanti e di valore, ma che riguardano un livello diverso dal focus primario del nostro approccio: lo sviluppo del potenziale personal professionale.

Il percorso di Self Empowerment e la libertà di scegliere
Siamo capaci di arrabbiarci, quando vogliamo o quando serve, o di piangere? Sappiamo alzare la voce? Aspettare in silenzio? Salire sul palco? Applaudire uno più bravo di noi? E di seguirlo fedelmente? Riusciamo a rilassarci? Fidarci? Correre? Abbracciare? Siamo capaci di comunicare con forza? E di convincere o lasciarci convincere? Temiamo di farci vedere fragili? E di vincere o perdere? Ogni espressione umana ha in sé dignità e legittimità.
Libertà e responsabilità sono direttamente legate al numero di opzioni che sentiamo di poter avere. Aumentare il proprio potere, il proprio self-empowerment, significa aumentare le alternative tra le quali poter di volta in volta scegliere. Avere, vedere o costruire poche alternative, invece, ci mette nella condizione di essere “costretti” ad andare in un’unica direzione: ineluttabile e quindi, per certi versi, indipendente dalla nostra volontà.
Quando in una certa cosa siamo fermi, perché intuiamo la paura, sopravvalutiamo il disgusto ed inibiamo la scoperta, un feedback è ciò che può rimetterci “in moto”: una provocazione che da fuori scatena un nuovo passo interiore, una messa in discussione, la ri-apertura di una porta ormai chiusa.
In poche immagini, questa scena del film Into the Wild lo evidenzia in modo lampante. Il giovane comprende, provoca, sostiene e incita, ed allo stesso tempo non si sostituisce al vecchio, lo fa sentire speciale e ha fiducia che possa farcela da sé. E allora, se qualcuno mai ti ha mai aiutato in questo modo, magari dandoti delle “chiappe molli” o porgendoti un panino infarcito di aglio (come ai bambini di First Taste)… trova il modo di ringraziarlo perché ti ha fatto uno dei regali più preziosi.
| Photo credit: Maria Josè Cinti
Ho letto una cosa circa Toyota tempo fa. In buona sostanza si puo’ riassumere come segue. Una societa’ puo’ assumere il “Maradona” utile ad un progetto o a fare crescere la societa’ strappandolo ad una altra. Ma nessuna azione del genere potra’ eguagliare la capacita’ di capitalizzare le risorse umane che gia’ esistono nella stessa societa’. E’ grazie a questa capacita’ che Toyota e’ e restera leader.
Il lavoro di Federico va proprio in questa direzione e cioe’ nella rara capcita di aiutare una societa’ a fare quello che chiamo ” internal resource mining” e cioe’ la capacita di valorizzare e aiutare le risorse interne a riscoprirsi per quel tanto che possono e vogliono dare, per lasciare una impronta che le distingua. In un mondo dove il profitto e’ misurato su base mensile ormai piu che trimestrale, la capacita di valorizzare e capitalizzare un bene intangibile come il proprio capitale umano puo’ fare la differenza specie in tempi di altissima competizione tra le industrie a livello mondiale. La dove si puo vincere per la sola differenza di 1 centimetro e’ vitale che le risorse la cui capacita di desiderare, di innovare era sopito siano accompagnate in un percorso di riscoperta continua considerando quanto lunga e’ la vita professionale, che le porti da essere valorizzate e auto valorizzarsi dando il meglio di se e delle proprie capacita’ attraverso le alterne fasi lavorative.
Grazie Danilo di queste tue parole. Tu parli di un lavoro che molte persone nelle azienda provano a fare, mettendosi in gioco, proponendo soluzioni innovative, esprimendo vitalità e coraggio. Noi aiutiamo tutte queste energie ad emergere, a potenziarsi, ad aumentare il proprio impatto ideativo e costruttivo. Non è facile, lo sappiamo, quella che descrivi è un’alchimia… e ha la bellezza delle cose magiche, ma sempre più anche, come dici bene, anche l’urgenza di quelle improrogabili.