Uno strumento fondamentale dello sviluppo personale, nell’approccio del self-empowerment, è quello della sperimentazione: ogni nuova caratteristica interna (approccio, modalità, atteggiamento o possibilità) che ci interessa acquisire, diventa per noi realmente praticabile solo nel momento in cui, almeno una volta, riusciamo a realizzarla o quantomeno a muovere con successo un primo passo in quella direzione.
Sviluppo personale: tra desiderio e paura
Spesso invece ci sentiamo bloccati in uno scacco matto tra il desiderio di cambiare e quello di rimanere al sicuro nei nostri porti. Preoccupati di perdere ciò che abbiamo o inibiti dalla paura di non riuscire.
Sperimentare significa trovare modi reversibili, seppur reali, di provare ciò che ci interessa, iniziando a costruire questa possibilità, in modo concreto e percorribile, prima di tutto dentro di noi.
Di certo, ogni passo di apertura e messa in discussione richiede energia “extra”, coraggio e determinazione. Il fatto di non provare ad uscire dalla zona di comfort potrebbe essere già un indicatore che il meccanismo è in piena azione, ma a quale prezzo? Certamente al prezzo di limitare la propria esperienza e allo stesso tempo di non esplorare alcune capacità o qualità che giacciono “nascoste” a noi ed agli altri.
Un esempio di sviluppo personale: io da sempre avrei voluto essere più estroverso e spavaldo, ma nei fatti il mio carattere un po’ diverso, più tendente all’introversione e alla timidezza. Così ho dovuto lavorare molto per acquisire serenità, poi padronanza e infine piacere nel momento dell’esposizione sociale (ad esempio, nel parlare in pubblico…). Il mio lavoro lo richiede, e da subito l’ho fatto, ma con grande stress e fatica.
Questione di allenamento…
Con il passare degli anni però ho imparato prima a dire “sì”. A ricercare in modo attivo, tutta una serie di esperienze che mi avrebbero permesso di allenarmi, di esplorare le mie reazioni, di sentirmi capace di gestire anche palcoscenici diversi e per me inusuali.
Tra queste esperienze (che elencate tutte insieme fanno un po’ sorridere) annovero:
- Aver vestito i panni di Babbo Natale presso la festa aziendale di una banca d’affari di Lugano (ricordo una selva di bambini…)
- Aver suonato (in rigoroso playback) una canzone demenzial-religiosa, presso un festival di musica evangelica in un gremito PalaLido (ricordo una selva di credenti! E la Vanoni – ormai ottuagenaria – che presentava la serata)
- Aver partecipato ad una trasmissione televisiva in diretta, gestendo alla meglio le classiche dinamiche da talk-show pomeridiano.
… e di mettersi alla prova
Tutte queste situazioni, seppur slegate e fuori contesto, sono state per me occasioni di messa alla prova. Ogni volta ricordo di aver pensato prima “chi me lo ha fatto fare”, mentre e alla fine di ciascuna mi sono detto “vedi che se ti ci metti ce la puoi fare!”.
Ognuna di esse è legata anche ad una persona, che io ritenevo esperta, e che mi ha accompagnato: uno sponsor e, soprattutto, una “risorsa esterna” preziosa quando si prova ad uscire dal proprio orticello. Li cito e ringrazio qui: William (mio socio in Torreluna), Andrea (lacanzoneria.com) e Francesca (francescadimartino.com).
Tra le tante sperimentazioni, che fanno parte di questo lavoro su me stesso (ancora in corso…), ho deciso di cimentarmi nella realizzazione e condivisione di alcuni video su YouTube.Pensiero impossibile per me solo qualche mese fa. Ma il bello è proprio questo! Un istante prima pensi che qualcosa sia impossibile e un attimo dopo ti trovi ad averlo realizzato.
Per quanto il blog sia già interessante la condivisione delle riflessioni con il video arriva in modo più completo. Complimenti alla sorella ispiratrice e a te che non ne hai fatto una questione fine principio. Per rilanciare, recentemente ho rifiutato di fare una cosa. L’ordine é partito dalla via breve (non mi andava….) e poi è stato rafforzato da una questione di principio.Esistevavo principi altrettanto validi per cambiare idea ma ho deciso allora sulla base emotiva. A presto
Grazie Giovanni del tuo sostegno e della tua testimonianza. Non è detto che “via breve” e “via lunga” debbano necessariamente essere in contrapposizione. Anzi, l’allineamento è un indicatore di centratura e per certi versi un obiettivo da perseguire (intenzionalmente, non volontariamente!). Se poi ci concentriamo anche sui “sì” e non solo sui “no” abbiamo fatto bingo!!! Un caro abbraccio :-)
Articolo bizzarro e originale. Fuori dagli schemi; è inusuale leggere articoli simili in siti di categoria, sempre “seri, ordinati e impettiti” . Veramente interessante.