Unicità | Empowerment Alphabet

EMPOWERMENT ALPHABET

Unicità

Quando si parla di persone, dell’essere umano, l’attribuzione più ricorrente è proprio l’unicità, dalla filosofia alla chiacchiera da bar. Parrebbe un aspetto scontato se non fosse che, paradossalmente, molti dei disagi esistenziali derivano dal non accogliere sino in fondo l’unicità, molte frustrazioni derivano dal compararsi agli altri (o essere comparati) e vivere la differenza come handicap, molti degli approcci allo sviluppo presuppongono “ricette” cui uniformarsi.

Unicità | Empowerment Alphabet

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Unicità

Quando si parla di persone, dell’essere umano, l’attribuzione più ricorrente è proprio l’unicità, dalla filosofia alla chiacchiera da bar. Parrebbe un aspetto scontato se non fosse che, paradossalmente, molti dei disagi esistenziali derivano dal non accogliere sino in fondo l’unicità, molte frustrazioni derivano dal compararsi agli altri (o essere comparati) e vivere la differenza come handicap, molti degli approcci allo sviluppo presuppongono “ricette” cui uniformarsi.

Cosa vuol dire e come trattiamo l’unicità nel self-empowerment? Vuol dire avere consapevolezza che si è connotati e unici, sia negli aspetti fisici, sia negli aspetti non fisici, che definiamo il potenziale di base o assoluto (pensate a quanto possono essere caratterialmente diversi anche due fratelli gemelli!). Vuol dire riconoscere che in questo potenziale tutti abbiamo aspetti che, incontrando l’ambiente, si qualificano come punti di forza (ad esempio la vitalità, l’empatia, la curiosità, l’intraprendenza), e altri che si qualificano come punti critici (ad esempio l’aggressività, l’impulsività, la chiusura, l’indifferenza). Crescere presuppone valorizzare questo potenziale assoluto.

Per farlo si lavora su tre direttrici:

  • esprimere al massimo i propri punti di forza;

  • gestire le proprie crucialità e i propri killer;

  • aggiungere ingredienti nuovi, delineando pertanto percorsi di crescita anch’essi unici.

Così facendo si può risultare anche sostanzialmente diversi da come si era, ma sullo sfondo permane la propria origine. Questo può comportare che in un momento di difficoltà possano essere le nostre caratteristiche “sorgive” a riprendere campo o il fare più fatica quando, per ottenere certi obiettivi, dobbiamo utilizzare delle capacità aggiunte o rafforzate fuori dal nostro potenziale assoluto. Esserne coscienti significa essere  più preparati sia ad accogliere fatiche e arretramenti, sia a rilanciare. Questa unicità, da guardare senza giudizio, è anche alla base di come orientare il proprio percorso di crescita su alcune skill, perché l’unicità non è solo il punto di partenza, ma anche il punto di arrivo.

Per questo nel self-empowerment anche la formazione comportamentale (sulla comunicazione, sulla leadership, sul problem solving, ecc.) mette al centro la singola persona e le sue peculiarità. Ad esempio non può esserci un unico modo di sviluppare una leadership efficace. Ciascuno avrà necessariamente un proprio stile, che sarà l’esito di un lavoro di evoluzione  di “come è fatto”. Qualcuno rafforzerà la propria leadership aggiungendo mordente ed incisività, qualcun altro aggiungendo ascolto ed empatia.
Se è vero che tutti nasciamo unici, nel self-empowerment l’evoluzione e la crescita vanno nella direzione di continuare ad esserlo!

Ti suggerisco una sperimentazione nella direzione di portare maggiore consapevolezza rispetto alle tue caratteristiche “uniche” e speciali: prova a chiedere ad una persona (un genitore, una zia, un nonno…) che ti ha conosciuto quando eri un bimbetto o una bimbetta quali erano le caratteristiche più belle e peculiari che avevi. Dopo averlo intervistato/a prova a pensare o a “sentire” quanto, di quelle qualità, ti riconosci ancora oggi e quali, invece, potresti andare a recuperare, magari per aiutarti ad usare anche quegli ingredienti. Vai alla ricerca di una sintesi che ti aiuti ad usare tutte le risorse, antiche e nuove, nelle quali risiede la tua unicità.