
EMPOWERMENT ALPHABET
Risorse
La parola “risorse” può avere molti significati, e nel mondo del lavoro è utilizzata per identificare l’insieme dei mezzi a disposizione di un’azienda o di un team. Comprende quindi le risorse economiche, quelle legate a prodotti o materie prime, e anche le risorse umane.

EMPOWERMENT ALPHABET
Risorse
La parola “risorse” può avere molti significati, e nel mondo del lavoro è utilizzata per identificare l’insieme dei mezzi a disposizione di un’azienda o di un team. Comprende quindi le risorse economiche, quelle legate a prodotti o materie prime, e anche le risorse umane.
Ponendo la lente di ingrandimento sulla persona, osserviamo allo stesso modo che ciascuno di noi è caratterizzato da una serie di risorse, che in questo caso saranno le qualità e capacità individuali, le nozioni e abilità, ed anche la rete di conoscenze e relazioni che abbiamo. Ogni persona, in questo senso, è ricca di risorse. Allo stesso tempo, ciascuno di noi è caratterizzato da carenze, difetti e mancanze. Se in termini assoluti questo set di risorse e mancanze può disegnare un certo panorama, le cose cambiano applicandolo a ruoli o sfide specifiche.
Bisogna inoltre tenere conto che, al di là di una valutazione “oggettiva” possibile, ad esempio, attraverso una mappatura delle competenze o una valutazione del potenziale, conta molto la percezione soggettiva che noi abbiamo delle nostre risorse. Potremmo essere portati a sopravvalutarci oppure, al contrario, a sottovalutarci.
Per intraprendere un percorso di self-empowerment ed esplorazione di nuove possibilità, è abilitante saper partire dalle proprie risorse presenti, riconoscendo a se stessi quali sono le proprie qualità più forti e sulle quali poter fare affidamento. Questo significa andare nel mondo esprimendo prima di tutto le proprie aree di adeguatezza, sentendosi quindi abilitati a fare qualcosa, sebbene ovviamente non “perfetti”. L’approccio del self-empowerment nasce originariamente proprio da questa intuizione: più sarò a contatto con le mie risorse, più mi sentirò forte e capace di affrontare le sfide, e sarò portato ad alzare il livello dei miei obiettivi. Questo approccio fu inizialmente proposto in contesti nei quali le limitazioni individuali erano molto forti: nelle comunità di recupero, nelle quali ci si confrontava con disabilità fisiche, tossicodipendenze, contesti di indigenza e carenze di vario tipo.
Il focus primario sulle risorse presenti, allora, ci consente allo stesso tempo di porre lo sguardo sulle risorse mancanti pur mantenendo un sentimento di potere e fiducia, di possibilità.
Questo atteggiamento è quindi utile per lo meno in tre direzioni:
Prova a fare questo esercizio diviso in tre fasi:
- Fai una lista di quelle che ritieni essere le tue 10 migliori qualità. Prova a spaziare su più ambiti ed evita di occupare più posizioni con sinonimi di risorse che hai già scritto
- Ora scegli 3 o 4 persone alle quali chiedere un feedback: fatti dire da loro che cosa apprezzano in te e quali sono a loro avviso le tue qualità più evidenti
- Infine, confronta i feedback ricevuti ed evidenzia le conferme arrivate, ma soprattutto le risorse (se ve ne sono) che gli altri ti hanno riconosciuto e che non erano nella tua lista iniziale. Prova a riflettere su queste qualità: Perché non erano nella tua lista? Le riconosci? Le utilizzi a pieno o tendi a sottovalutarle?
Ho scelto questa parola, Risorse, perché per me è di grande valore e importanza. Non solo all’interno di una Vision di maggiore resilienza dove è fondamentale conoscere e sfruttare tutte le risorse a propria disposizione nei momenti imprevisti; ma anche perché da qualche tempo si è aggiunta una nuova importante quanto delicata risorsa a “mia disposizione” per portare a termine obiettivi e attività: un gruppo di risorse umane.
Una volta aperta la scatola Risorse ne scorro il testo della riflessione e mi ci ritrovo. Mi piace molto l’idea di potere ottenere dalla consapevolezza delle mie risorse un beneficio: non solo per me stesso, ma anche per un rapporto produttivo con gli altri. Sottolineerei che essere consapevoli delle proprie risorse è fondamentale anche per riuscire a fronteggiare gli imprevisti e le “batoste” nella sfera privata, dagli amici alla famiglia; inoltre, per prendere in considerazione queste risorse non basta soltanto riconoscerle, ma è necessario testarle e distinguerle nei casi pratici, per avere davvero coscienza del fatto che siano già pronte all’uso piuttosto che ancora dei prototipi da migliorare.
Comincia l’esercizio: pensare a dieci mie qualità non risulta facile; arrivato alle prime in modo piuttosto veloce, devo ricorrere a casi di vita lavorativa e privata per ricordarmene altre.
Ma quello che è ancor più interessante è che, tra i feedback positivi esposti nei miei confronti dalle persone che sto via via interpellando, solo circa la metà si ritrovano nel mio elenco (già realizzato con fatica), mentre le altre sono qualità a cui non avevo pensato!
Che sia proprio il frutto di una mia maggiore facilità nel riconoscermi qualità “obiettive” piuttosto che qualità “soggettive”?
Avere davvero coscienza pratica delle proprie risorse è l’aspetto chiave per poterle utilizzare al meglio: fantastica questa tua sintesi Edoardo.
Riguardo all’esercizio è interessante quanto emerge: di certo ciascuno di noi ritiene di conoscersi a fondo ma spesso tra identità di sé e reputazione c’è una bella differenza… e alle volte (non sempre) la differenza è in meglio!