EMPOWERMENT ALPHABET
Emotività
Il contatto emotivo è la capacità di essere in relazione con le proprie emozioni senza censurarne nessuna.
Ciò comporta la capacità di ascoltare, accettare e gestire il disagio delle emozioni difficili permettendoci di sentire le nostre punte sia di fatica e di dolore che di gioia e di fiducia.


EMPOWERMENT ALPHABET
Emotività
Il contatto emotivo è la capacità di essere in relazione con le proprie emozioni senza censurarne nessuna.
Ciò comporta la capacità di ascoltare, accettare e gestire il disagio delle emozioni difficili permettendoci di sentire le nostre punte sia di fatica e di dolore che di gioia e di fiducia.
Per fare questo occorre interrompere il nostro meccanismo di difesa, o anestesia emotiva, che ci protegge dal dolore, il quale una volta innescato funziona in modo simmetrico: impariamo quindi a tagliare (ovvero a non sentire) le punte emotive dolorose, come paura, frustrazione, rabbia, ma anche quelle più piacevoli, come gioia, entusiasmo, slancio vitale. Questo meccanismo ha una funzione positiva, originariamente, in quanto ci tutela da emozioni troppo forti e che al momento non potremmo sostenere, o ancora da emozioni che abbiamo imparato ad evitare e comprimere. Alla lunga, però, l’anestesia rischia di cronicizzarsi e in questo diventare disfunzionale almeno per due ragioni:
- Prima di tutto, come detto, non annulla solo i vissuti dolorosi, ma anche quelli piacevoli, rendendo l’esperienza di vita più piatta e meno pregnante per la persona.
- In secondo luogo, l’esclusione delle emozioni più cariche non ci consente di contattare in noi alcune qualità che tipicamente emergono proprio nelle situazioni di forte attivazione, sia essa dolorosa (disperazione, ira) o piacevole (esaltazione, felicità).
Naturalmente, il punto non è essere sempre in totale connessione con le proprie emozioni, ma sapere piuttosto decidere di esserlo quando desideriamo o quando occorre: l’anestesia (il distacco) diventa allora uno strumento piuttosto che un automatismo.
Essere i grado di attingere consapevolmente alle nostre emozioni, ci rende nella relazione e nella comunicazione più autentici, presenti, efficaci ed incisivi. Infatti, più siamo in contatto con le nostre emozioni, tanto più saremo potenti nella comunicazione e allo stesso tempo empatici nel comprendere l’altro e i suoi sentimenti.
Ecco un breve esercizio per te: scegli tra le seguenti “emozioni innate” quella con la quale ti senti meno a tuo agio, che nel quotidiano tendi ad evitare o a consentirti poco…
- Rabbia
- Paura
- Tristezza
- Gioia
- Sorpresa
- Disprezzo
- Disgusto
Ora che ne hai scelta una, prova ad osservarti per un certo periodo (un mese è un buon tempo) e prendi nota di tutte le volte che tendi a reprimere questa emozione. Osserva i tuoi pensieri e i tuoi comportamenti, e prova via via a lasciar emergere un po’ più di spontaneità, allenando un’emozione per te poco “frequentata” e che forse puoi imparare a contattare ed esprimere meglio…
Per chi come me è cresciuta con l’idea che le emozioni ti espongono, ti possono far perdere il controllo e, quindi, ti possono creare problemi, diventa difficile ammettere che lo stesso meccanismo creato per autodifesa possa diventare la tua prigione.
Una volta mi è stato chiesto: ma cosa proteggi? Perché crei questo schermo? Oggi forse risponderei che proteggo la mia parte più autentica e tutte le volte in cui essa emerge, fuori dal mio controllo, provo un forte sentimento di paura.
Proverò, quindi, a fare l’esercizio suggerito e a “frequentare” questo sentimento.
Grazie