Zona di comfort | Empowerment Alphabet

EMPOWERMENT ALPHABET

Zona di comfort

È la condizione mentale in cui le persone agiscono con una apparente tranquillità, senza troppe ansie o rischi percepiti, rassicurati da un contesto conosciuto, acquisito o abitudinario.

Zona di comfort | Empowerment Alphabet

EMPOWERMENT ALPHABET

Zona di comfort

È la condizione mentale in cui le persone agiscono con una apparente tranquillità, senza troppe ansie o rischi percepiti, rassicurati da un contesto conosciuto, acquisito o abitudinario.

Il concetto in sé potrebbe assumere una valenza positiva ma, più spesso, rimanda ad una condizione limitante:

  • da un lato permette di mantenersi in uno stato di quiete, senza sollecitazioni o stress che potrebbero destabilizzare la persona. Per questo motivo potrebbe avere una funzione positiva, ad esempio, per recuperare un proprio equilibrio a seguito di periodi particolarmente intensi o stressanti

  • d’altro canto può risultare fortemente limitante in termini di evoluzione, apprendimento, sviluppo, mantenendo la persona in uno stato di eccessiva stabilità che può diventare “fissità”, immobilismo.

In questo secondo caso, collegandoci all’approccio del self-empowerment, la condizione di fissità data dal rimanere nella propria zona di comfort, agisce come potente freno nel permettere a ciascuno di sperimentare ed aggiungere nuove conoscenze, comportamenti, capacità, soprattutto quando questo meccanismo è inconsapevole.

In particolare evidenziamo due possibili ambiti di impatto:

  • verso l’esterno: le relazioni prendono dei binari più o meno definiti, il nostro atteggiamento tende a ripetersi uguali a loro stesse e, soprattutto, la nostra interpretazione della realtà esterna (persone, lavoro, interessi) tende a seguire costantemente gli stessi dei modelli e che spesso non ci permettono di scoprire nuove sfaccettature; abbiamo tutti l’esempio di come può agire un pregiudizio verso un’altra persona (un cliente, un capo, un collaboratore…)

  • verso noi stessi: lo sguardo che mettiamo su noi stessi tende ad essere confermativo, sia sulle cose che riteniamo i nostri pregi, sia sulle difficoltà che a volte ci inchiodano e non ci permettono di evolvere; ecco allora che la nostra rassicurante zona di comfort ci fa pensare: “sono fatto così, cosa ci posso fare?”. Al contrario, per conoscere ed esplorare tutte le nostre potenzialità che altrimenti rischiamo di non vedere, spesso serve sperimentarsi al limite o fuori da quel territorio consolidato.

Che farne allora? Una via potrebbe essere quella di contattare qualche desiderio lasciato per strada, in modo da non dover rispondere solo ed unicamente ai bisogni che sentiamo quotidianamente; (di fatto, si cerca un “balance” fra stabilità e cambiamento in cui la stabilità però prevale).

Un altra via ci suggerisce di “spezzare” quotidianamente qualche abitudine che, seppur rassicurante, spesso non fa altro che alimentare il conosciuto e tracciare continuamente sentieri già percorsi.

Di certo, ogni passo di apertura e messa in discussione richiede energia “extra”, coraggio e determinazione. Il fatto di non provare ad uscire dalla zona di comfort potrebbe essere già un indicatore che il meccanismo è in piena azione, ma a quale prezzo? Certamente al prezzo di limitare la propria esperienza, ed allo stesso tempo di non esplorare alcune capacità o qualità che giacciono “nascoste” a noi ed agli altri.

Hai mai provato ad incrociare le braccia invertendo la posizione delle stesse? Modificare anche solo una piccola abitudine richiede un certo tasso di concentrazione ed impegno. Ti proponiamo di provare ad aumentare nella tua vita il tasso di cambiamento facendo nei prossimi giorni queste tre cose:

  • Identifica un’abitudine (ad esempio nella tua routine mattutina) e per una settimana impegnati a fare quella cosa in modo sempre diverso.
  • Identifica una cosa che tendi a rimandare perché ti risulta meno spontanea o facile di altre (ad esempio un compito che hai sul lavoro), e per una settimana impegnati a fare quella cosa il prima possibile, senza mai rimandarla.
  • Scegli un’esperienza che ti ha sempre incuriosito ma che non hai mai sperimentato, e almeno per una volta prova a farla.

Finita la settimana di “cambio routine” lascia se vuoi la tua esperienza per dirci come è andata e cosa hai scoperto di nuovo.